Il Mar Morto rischia di "morire" per una riduzione drammatica del suo volume,con impatti ambientali,economici e paesaggistici che già si vedono sulle coste e nelle attività turistiche.La causa è una combinazione di prelievi idrici,cambiamento climatico e gestione politica complessa.
Negli ultimi decenni il livello del Mar Morto è sceso di oltre un metro all'anno,trasformando le spiagge ,un tempo frequentate,in aree quasi abbandonate e lasciando moli e infrastrutture in disuso.Il bacino che si trova al confine con Israele,Giordania e Cisgiordania,ha visto una perdita eccessiva di volume d'acqua che ha subito in quest'ultimo decennio una accelerazione per ragioni sia naturali sia antropiche.
Le cause sono molteplici :la deviazione e l'uso intensivo delle acque del Giordano, la sua principale fonte di alimentazione idrica,l'aumento dell'evaporazione legato a temperature più alte e la cattiva gestione delle risorse idriche nella regione.Alcuni esperti avvertono che se il bilancio tra acqua immessa e perdita idrica non cambia ,il Mar Morto potrebbe ridursi drasticamente.
Le conseguenze immediate sono perdita dell'habitat,riduzione delle attività turistiche e alterazioni dei depositi minerali;a livello locale si osservano spiagge abbandonate,infrastrutture fatiscenti e un calo dell'attrattiva turistica.Sul piano ambientale,la progressiva evaporazione e la concentrazione di sali minerali possono modificare gli equilibri biologici e geochimici del bacino con effetti a catena sugli ecosistemi circostanti.
Sono state proposte e avviate diverse soluzioni,tra cui progetti di trasferimento d'acqua e piani di cooperazione transfrontaliera,ma la crisi politica e la complessità delle competenze tra Stati rendono difficile un'azione coordinata e rapida,il Mar Morto non è una potenziale vittima del clima ma lo è principalmente per il risultato di scelte umane,pressioni economiche e limiti istituzionali.Senza interventi coordinati e sostenibili il suo futuro rimane a rischio